Otto giorni a settimana

edaw_locandinaBello, andava visto. Non è un film, è un documentario che racconta i Beatles negli anni delle tournée, dagli esordi all’uscita di Sgt. Pepper’s che ha segnò il loro definitivo addio ai concerti. Molte immagini viste e riviste, impreziosite da inediti che sembrano messi li apposta per soddisfare l’insaziabile fame dei fan più accaniti. Il lavoro di restauro si sente nell’audio, il video è sicuramente di ottima qualità ma le immagini degli anni ’60 sono quelle che sono. Paul e Ringo hanno rilasciato delle interviste per l’occasione mentre i contributi di John e George sono roba già vista.

Il lavoro di confezionamento e pregevole ma, in fondo, non dice nulla di nuovo. In sostanza sottolinea che con i Beatles nacque la grande epopea dei concerti rock che, per i quattro ragazzetti di Liverpool, culminò con la grande tournée negli stadi che li portò in giro per il mondo e che diede alla loro resistenza fisica e morale, il colpo finale, inducendoli ad abbandonare per sempre le scene. La narrazione spiega bene che erano una oliatissima macchina per fare soldi. Dai dischi ricavavano poco perché avevano un contratto tutto a favore della casa discografica, con i concerti costruirono la loro fortuna economica. Non a caso, dico io, le loro produzioni più belle sono successive al periodo dei grandi concerti. Direi che i Beatles si sono consegnati alla storia della musica da Revolver in poi con qualche nota di merito per Help e Rubber Soul, ma questa è solo una mia opinione.

Concerti per modo di dire, nessuno sentiva niente, la tecnologia dell’epoca non erano all’altezza. Passaggio fortunatamente veloce sulla famosa frase detta da John a proposito della loro fama che superava quella di Gesù ed interessantissimo approfondimento su quando pretesero che, ad un loro concerto in uno stadio nel sud degli Stati Uniti, bianchi e neri, potessero assistervi senza che fossero applicate le regole della segregazione razziale uniti in un unico grande pubblico. Considerato che il periodo era quella delle grandi marce per i diritti civili di M.L.K., fu una scelta coraggiosa nell’America bigotta e conservatrice che già aveva provato a bannarli. Nessun riferimento al suicidio del loro manager Brian Epstein e Sir George Martin, il quinto Beatle, tento un po’ in disparte.

Un bel lavoro, un’oretta di immagini e suoni ben confezionati, seguiti dalla versione rimasterizzata in 4K, ma incredibilmente proiettata nel vecchio formato 4/3, del mitico concerto allo Shea Stadium di New York nel 1966. Visto e rivisto è comunque una piacevole appendice al lavoro svolto da Ron Howard.

Sarà in sala ancora per pochi giorni, se volete immergervi ancora una volta nei favolosi anni della beatlesmania, fatelo senza indugi. Il resto è tutto yeah, yeah, yeah.

 

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