Lasciamoli andare

Una pellicola decisamente godibile, da vedere in compagnia in una serata leggera. Una storia piacevole, ben scritta, ben recitata. Un po’ commedia, un po’ crime story con grandi inserti romantici e tante risate.

Uno terapista apparentemente freudiano convinto, membro latitante della comunità ebraica romana, incontra una scapestrata e vulcanica personal trainer spagnola che sconvolgerà la sua vita fino all’inevitabile, e per certi versi inverosimile, happy ending.

La domanda che mi sono posto è: è anche un bel film ? Gli attori non si discutono, bastano Toni Servillo e Carla Signoris con l’impareggiabile cameo di Giacomo Poretti (del trio Aldo, Giovanni e Giacomo n.d.r.) a reggere la narrazione. Veronica Echegui, madrilena, alla sua prima esperienza italiana, tiene viva la parte comica della storia offrendo a Servillo una spalla solida e ritmata.

Vado su Wikipedia a cercare qualche notizia sul regista e, sorpresona, scopro che, in realtà, il film è stato girato nel 2015, prodotto da Cattleya (quella di Gomorra ed altre produzioni Sky n.d.r.) e Rai Cinema e tenuto nel cassetto fino ad oggi, quando la 01 Distribution, ovvero ancora Rai Cinema decide di distribuirlo giusto ala fine della stagione 2016/2017.

Francesco Amato, torinese classe 1978, è stato un allievo del Dams di Bologna prima e poi del Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Docente di regia della Scuola Holden e dello stesso Centro sperimentale  è stato anche sceneggiatore per ITC Movie e Cattleya. Al suo attivo documentari in Africa più altre cose tra cui un videoclip dei Marlene Kuntz.

Dunque mi spiego il manierismo mainstream del film. Omaggio a Woody Allen ed alla sua famosa comicità “ebraico-newyorkese”, la protagonista dall’accento spagnolo rimanda ai fasti del Ciclone di Pieraccioni, Servillo sembra interpretare la versione light di Jep Gambardella (la Grande Bellezza è di soli sue anni prima n.d.r.), Carla Signoris sembra recitare il seguito di Ex, quando faceva la moglie separata di Silvio Orlando e Giacomino sta’ a mettere lustro comico alla messa in scena toccando corde a lui congeniali e collaudate.

La forza del film è, a mio parere, tutto nella scrittura della trama che lo tiene perennemente in bilico il pubblico tra la commedia degli equivoci, la storia romantica. Ad un certo punto della narrazione ci si muove tra Pigmalione e My Fair Lady per poi finire un action movie in salsa trasteverina. Finalone del tipo “volemosebene” che riesce anche a strappare un acceno di applauso al pubblico pagante.

C’è tanto mestiere e marketing ma il prodotto finale è assai godibile. Manca di quel tocco magico in più che avevano altre pellicole che sono rimaste nell’immaginario collettivo ma, come diceva Woody “basta che funzioni”. Tre stelle su cinque.

 

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