A volte bisogna fermarsi, guardarsi attorno e riconsiderare la situazione. A volte si pensa a cose molto serie, altre volte son cose più leggere. Questa volta si tratta di roba social.
Dieci anni fa ho aperto questo blog con l’intenzione di farne un posto dedicato alle mie passioni. All’epoca gestire un blog o una pagina web era una cosa abbastanza avventurosa, poche risorse in rete, i social ancora non esistevano (forse c’era MySpace che era una cosa molto orientata alla musica n.d.r.) e lo si faceva con un certo timore. Chi faceva il blogger quasi sempre era un appassionato di un qualche argomento che cercava di raccontare, con una certa serietà, cose interessanti.
A me piaceva smanettare con i codici html, piaceva scrivere e raccontare cose, piaceva fare musica e scattare foto. Mi inventai la band di musicisti clandestini degli #49, scrivevo di cinema e altre cose del genere. Poi arrivò Facebook e pian piano tutto cambiò. I blog diventarono una roba antica e la possibilità di produrre contenuti per la rete fu alla portata di tutti.
Ora sembra che anche la parabola di Facebook sia al tramonto, i ragazzi sono tutti su Instagram e simili, scrivere post è una roba vintage. Oggi chi vuole essere social deve apparire in video, i selfie non si usano più e i cellulari, da macchine fotografiche, si stano trasformando in telecamere. Il marketing è il punto della questione, si vende, si sponsorizza, si raccolgono e si vendono informazioni, si monitorizzano intenzioni di acquisto, posizioni politiche, scenari socioeconomici. Facebook è diventato quel che una volta era la televisione commerciale che, a sua volta, con la diffusione delle tecnologie on demand sta cambiando pelle. Dagli primi cellulari etacs al 5g son passati 30 anni, tante cose son cambiate, le abbiamo attraversate tutte e non sempre è andata bene. Mi rimane forte l’impressione che più i mezzi di comunicazione migliorano, più la velocità di diffusione delle fesserie di massa si alza ed il livello della nostra consapevolezza si abbassa. Lo ripeto per l’ennesima volta, una volta le cose erano vere perché le raccontava la televisione, ora perché si leggono nei social. Come utenti finali, direi che siamo ancora fermi al palo.
Non saprei dire che scenari si stanno preparando per chi ha messo nel web i propri affari, io sento il bisogno di ritornare indietro, alle origini della passione.
Non chiuderò l’account Facebook, mi limiterò, fino a nuovo ordine, a non alimentarlo più. Continuerò ad utilizzarlo per mantenere i contatti con gli amici, quasi tutti li conosco dal vivo ma qualcuno l’ho conosciuto in rete e non desidero perdere i contatti. Continuerò a seguire le pagine che più mi interessano e comunque non disconosco nulla di quello che ho pubblicato e condiviso su Facebook.

Resta l’album dei ricordi, il diario non segreto che desidero conservare. Il maggior riscontro che ho ottenuto e che mi emozionò molto, fu la foto che realizzai dell’abbraccio tra Luigi de Magistris e Salvatore Borsellino durante la seconda campagna elettorale del signor sindaco della città di Napoli. Fu come se fossi riuscito comunicare qualche cosa a tanta gente. Illusione o verità non saprei dirlo.
Al momento non mi ci ritrovo più, tra haters, pubblicità, polemiche, fake news e compagnia bella, una pausa è necessaria. Intanto provo a studiare un po’ come realizzare nuovi contenuti. Il futuro sono i video.
Amo scrivere, mi piace suonare, scatto foto. Qualche volta racconto cose e commento i fatti che mi colpiscono. Adoro andare al cinema e scrivere dei film che vedo. Continuerò a farlo qui nel mio blog, alla vecchia maniera, guardando il mondo attraverso una cipolla di vetro, alla ricerca di nuovi indizi. Se passate da queste parti, sarete i benvenuti.